Objectives: right to the point
After the observation phase, the educator will have collected the narrations of the three actors who define the identity of the environment considered: the society (collective matrix), the context and experts (alter) and the subjects of intervention (personalis) (Turchi, 2007; 2014; 2016). In order to define the objectives, the collected texts have to be analysed in terms of finding the dialogic repertoires used in that context. Once done the analysis, the educator has to highlight all the repertoires of orientation to the objectives used by the three actors. There will be found the instances of every person involved in the context, that will be subjected to further analysis. This second analysis aims to really understand what are the objectives of every actor, so it will be conducted exploring the constructs related to what is said in the demands.
Example: it is analysed the demand of the context of the mother-child communities of Veneto (IT). The collective matrix (the society that speaks through laws) states in The Guidelines for Social and Healthcare Services (2008) that:
"It has welfare and educational purposes aimed at the preparation for motherhood and the relationship with the child, the support of personal autonomy and parenting skills."
This declaration of objectives will be analysed in terms of finding what means "motherhood" "autonomy" and "parental skills", in order to have this clear for the staff operating. The definition has, thus, to be scientific, shareable between all the professionals involved. In the concerning case, considering that the method is based on Bablog's theory, the analysis has to be developed finding the dialogic identity of the construct, an example had been reported in the analysis of the construct of health. In particular, has to be found what the context wants to do with the dialogic identity of the constructs, in other words, which dialogic repertoires the context aims to use relating to that identity and by which actors.
Thanks to this analysis the definition of the objectives becomes clearer. Taking back the instance of "preparing to motherhood", it becomes clear to everyone what motherhood is, which are the people involved to promote motherhood and in which ways they have to speak to promote motherhood. This first process conducts to state the general goals of the project.
From the perspective of the general goals, it has to be analysed the current situation, in order to find the gap between the achievement of the goal and the present and state the secondary goals. This second analysis has to be conducted exploring the dialogic repertoires used by the different actors and pointing out the distance with the ideal situation. From this can be stated on what, in the specific, the project should focus on, or rather the secondary goals.
Every secondary goal has to be accompanied by a deadline by which achieve it and indicators of achievement. The indicators have to be practical and measurable; in this can help the use of the dialogic weight. Indicator's ex. the average of the dialogic weight used by the mother is of +0.5
What previously reported is the full practice of defining the objectives of a project. It is a situation in which all the people involved agree on the goals to achieve, but it can happen also that different actors want different objectives. To overcome a situation like this, the most adequate way is to refer to the principle of freedom. Indeed, as previously argues, this is the only principle to guarantee equal and maximal participation to everyone.
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Obiettivi: dritti al punto
La seconda fase del Metodo proposto è la definizione degli obiettivi. Molti autori parlano dell'importanza di questa pratica nell'educazione, perché dà un orientamento all'intervento. Sebbene le linee guida di ogni teoria dicano di definire gli obiettivi di un progetto in modo chiaro e specifico, ciò raramente accade in ambito educativo. Infatti, in questa disciplina è facile affermare l'obiettivo usando il senso comune, o meglio parlando di concetti che si presume siano conosciuti da tutti, ma che in realtà sono compresi in modo diverso da persone diverse. Costrutti come "empatia" o "salute", ad esempio, sono interpretati diversamente da persone diverse, ma tale divergenza potrebbe portare i diversi educatori coinvolti a lavorare con direzioni differentie e non essere efficaci nel servizio reso. Ciò che i paragrafi che seguono spiegheranno è una pratica per evitare malintesi e dichiarare gli obiettivi di un progetto in modo chiaro, il quale soddisfi le esigenze del contesto.Dopo la fase di osservazione, l'educatore avrà raccolto le narrazioni dei tre attori che definiscono l'identità dell'ambiente considerato: la società (matrice collettiva), il contesto e gli esperti (alter) e i soggetti dell'intervento (personalis) (Turchi, 2007; 2014; 2016). Per definire gli obiettivi, i testi raccolti devono essere analizzati in termini di reperimento dei repertori discorsivi utilizzati in quel contesto. Una volta effettuata l'analisi, l'educatore deve evidenziare tutti i repertori di orientamento all'obiettivo utilizzati dai tre attori. Le istanze di ogni persona coinvolta nel contesto saranno poi sottoposte ad un'ulteriore analisi. Questa seconda analisi ha lo scopo di capire realmente quali sono gli obiettivi di ogni attore, per cui sarà condotta esplorando i costrutti legati a quanto detto nelle richieste.
Esempio: si analizza la domanda del contesto delle comunità madre-bambino del Veneto (IT). La matrice collettiva (la società che parla attraverso le leggi) afferma, nelle Linee guida per i servizi sociali e sanitari. (2008) che:
"Ha finalità assistenziali ed educative finalizzate alla preparazione alla maternità e al rapporto con il bambino, al sostegno dell'autonomia personale e alle capacità genitoriali".
Questa dichiarazione di obiettivi sarà analizzata in termini di ricerca di ciò che significa "maternità", "autonomia" e "competenze genitoriali", al fine di avere chiaro questo per il personale che opera. La definizione deve quindi essere scientifica, condivisibile tra tutti i professionisti coinvolti. Nel caso in questione, considerando che il metodo si basa sulla teoria bablogica, l'analisi deve essere sviluppata trovando l'identità dialogica del costrutto; un esempio è riportato nell'analisi del costrutto della salute. In particolare, si deve trovare cosa il contesto vuole fare con l'identità dialogica dei costrutti, in altre parole, quali repertori discorsivi il contesto mira a utilizzare in relazione a tale identità e quali attori coinvolge.
Grazie a questa analisi la definizione degli obiettivi diventa più chiara. Riprendendo l'istanza della "preparazione alla maternità", diventa chiaro a tutti che cos'è la maternità, quali sono le persone coinvolte per promuovere la maternità e in che modo devono parlare per promuovere la maternità. Questo primo processo porta ad dichiarare gli obiettivi generali del progetto.
Nella prospettiva degli obiettivi generali, bisogna analizzare la situazione attuale per trovare il divario tra il raggiungimento dell'obiettivo e il presente, per poter poi dichiarare gli obiettivi secondari. Questa seconda analisi deve essere condotta esplorando i repertori dialogici utilizzati dai diversi attori e indicando la distanza con la situazione ideale. Da ciò si può dedurre su cosa, nello specifico, il progetto deve concentrarsi, o meglio gli obiettivi secondari.
Ogni obiettivo secondario deve essere accompagnato da una scadenza entro la quale raggiungerlo e da indicatori di risultato. Gli indicatori devono essere pratici e misurabili; in questo può aiutare l'uso del peso dialogico. Es. di indicatore:. la media del peso dialogico utilizzato dalla madre è di +0,5
Ciò che è stato precedentemente riportato è la pratica completa di definire gli obiettivi di un progetto. La situazione riportata suppone che tutte le persone coinvolte concordino sugli obiettivi da raggiungere, ma può anche accadere che diversi attori vogliano obiettivi diversi. Per superare una situazione come questa, il modo più adeguato è quello di fare riferimento al principio di libertà. Infatti, come si è argomentato precedentemente, questo è l'unico principio che garantisce a tutti una partecipazione uguale e massimale.
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REFERENCES
Turchi G.P., Vendramini A., (2016). De Rerum Salute. Teoria e prassi per un’architettura dei servizi generativa di salute. EdiSES, Napoli.
Turchi G.P., Della Torre C., (2007). Psicologia della salute. Dal modello bio-psico–sociale al modello dialogico. Armando Editore, Roma