Words change reality

Considering that everything can be narrated previous studies investigated the different ways of talking in order to classify them. The present article reports these studies with the aim of highlighting which ways of talking promote the dialogic identity and which ones obstacle it. This with the perspective of understanding how to promote dialogic identities such as health and how to develop the attitude to freedom.

Starting with the definition of language, for Ofelia Garcìa (2014) it "is what we speak, hear, read or write in everyday life". From this perspective, language is an opened concept, that embraces all the practices connected with the use of words. By the society are defined various formal languages, but the use of them depends on each individual. Indeed, depending on the dialogic repertoire that a person posses, this person can use it as he/she prefers, words from different languages (Garcìa O., 2014). That's why the dialogic studies have to consider all the languages at the same time.

The object of studies of this branch of linguism isn't word's meaning, because the principle of indeterminacy says is impossible to know it because reality continues to change (Turchi G.P., 2014).  What dialogic science studies are the most used ways of speaking or "conversational repertoires", not in order to discover their meanings or content, but to find out how they influence the view of reality.
About this, the researches of Turchi et al. (2009) examined a significative amount of narrations and classified them into three groups of repertoires: generative, maintenance and hybrid. The first ones are the ways of talking that incentive always new narrations; the second ones are those which keep the narration always the same and the last ones adapt their role to the other repertoires they go with. Every repertoire has a dialogic weight that goes from + 1 (maximum of generativity) to - 1 (maximum of staticity). In the following table are represented all the repertoires depending on their group and dialogical weight.

 
The following properties of each class of repertoires allow them to be recognized (Turchi G. P., 2009):
  • Generative: shareability (every statement is recognized in the same way from all the interlocutors) and variability (the following narrations are different from the first ones);
  • Maintainance: non-shareability (every statement is based on personal beliefs and cannot be shared between the interlocutors) and evenness (the following narrations are the same as the first ones);
  • Hybrid: dependence (every phrase has to be accompanied by another class of repertoires to get a meaning)

Talking about the dialogic identity, the repertoires who promote it are the generative ones (Turchi G. P., 2014). In fact, thanks to their property to induce variability in the conversation starting from the circumstances, generative repertoires always give new possibilities to the narration (Turchi G. P., 2007, 2009, 2014). This, for the framework considered, is the way of promoting freedom in narration. On the other side, maintainance repertoires force the identity to be always the same (Turchi G. P., 2007, 2009, 2014) and by using non-shareable narrations these repertoires prevent freedom. Indeed, freedom is effective just when there is the consideration of the other and through personal beliefs this is impossible.
In conclusion, to promote freedom's attitude and then the dialogic identity of health, the system of talking to adopt is the generative one.

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Le parole cambiano la realtà

Considerando che tutto può essere narrato, studi precedenti hanno indagato i diversi modi di parlare per classificarli. Il presente articolo riporta questi studi con l'obiettivo di evidenziare quali modi di parlare promuovono l'identità dialogica e quali la bloccano. Questo con la prospettiva di capire come promuovere identità dialogiche come la salute e come sviluppare l'attitudine alla libertà.

A partire dalla definizione del linguaggio, per Ofelia Garcìa (2014) è "ciò che parliamo, sentiamo, leggiamo o scriviamo nella vita di tutti i giorni". In questa prospettiva, il linguaggio è un concetto aperto, che abbraccia tutte le pratiche legate all'uso delle parole. Sebbene dalla società siano definiti vari linguaggi formali, il loro uso cambia da individuo a individuo. Infatti, a seconda del repertorio discorsivo che una persona possiede, questa persona può usarlo come preferisce, anche mescolando parole di lingue diverse (Garcìa O., 2014). Per questo motivo gli studi dialogici onsiderano tutte le lingue allo stesso tempo.

L'oggetto di studio di questo ramo del linguismo non è il significato della parola, perché il principio di indeterminatezza dice che è impossibile conoscerlo, dato la realtà continua a cambiare (Turchi G.P., 2014). Gli studi di scienze dialogiche si concentrano sui modi di parlare o "repertori discorsivi", non per scoprirne i significati o i contenuti, ma per indagare come influenzano la visione della realtà.

A questo proposito, le ricerche di Turchi et al. (2009) hanno esaminato una quantità significativa di narrazioni e le hanno classificate in tre gruppi di repertori: generativo, di mantenimento e ibrido. I primi sono i modi di parlare che incentivano narrazioni sempre nuove; i secondi sono quelli che mantengono la narrazione sempre uguale e gli ultimi adattano il loro ruolo agli altri repertori con cui si accompagnano. Ogni repertorio ha un peso dialogico che va da + 1 (massimo della generatività) a - 1 (massimo della staticità). Nella tavola precedente sono rappresentati tutti i repertori in funzione del loro gruppo e del loro peso dialogico.

Le seguenti proprietà di ogni classe di repertorio permettono di riconoscerli (Turchi G. P., 2009)
  • Generativi: condivisibilità (ogni affermazione viene riconosciuta allo stesso modo da tutti gli interlocutori) e variabilità (ogni narrazione è differente dalla precedente);
  • Di mantenimento: non condivisibilità (ogni affermazione si basa su convinzioni personali e non può essere condivisa tra gli interlocutori) e omogeneità (le narrazioni si mantengono sempre uguali a sé stesse);
  • Ibridi: dipendenza (ogni narrazione deve essere accompagnata da un'altra classe di repertori per avere un peso dialogico diverso da 0).

Parlando dell'identità dialogica, i repertori che la promuovono sono quelli generativi (Turchi G. P., 2014). Infatti, grazie alla loro proprietà di indurre variabilità nella conversazione a partire dalle circostanze, i repertori generativi danno sempre nuove possibilità alla narrazione (Turchi G. P., 2007, 2009, 2014). Questo, per il quadro considerato, è il modo di promuovere la libertà nella narrazione. D'altra parte, i repertori di mantenimento costringono l'identità ad essere sempre la stessa (Turchi G. P., 2007, 2009, 2014) e, utilizzando narrazioni non condivisibili, questi repertori impediscono la libertà. Infatti, la libertà è efficace proprio quando c'è la considerazione dell'altro e attraverso le credenze personali questo è impossibile.

In conclusione, per promuovere l'atteggiamento della libertà e quindi l'identità dialogica della salute, il sistema del parlare per adottare è quello generativo.
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Garcìa O., Wei L. (2014). Translanguaging: Language, Bilingualism and Education. Palgrave Pivot, New York
Turchi G.P., (2009). Dati senza numeri: per una metodologia dell’analisi dei dati informatizzati testuali MADIT. Monduzzi Editore, Bologna
Turchi G.P., (2016). Manuale critico di Psicologia Clinica. Prolegomeni allo studio della Psicologia Clinica per la Salute. Lezioni di e su la Psicologia Clinica per la Salute. EdiSES, Napoli
Turchi G.P., Vendramini A., (2016). De Rerum Salute. Teoria e prassi per un’architettura dei servizi generativa di salute. EdiSES, Napoli
Turchi G.P., Perno A., (2009). Modello medico e psicopatologia come interrogativo. UPSEL Domeneghini Editore, Padova
Turchi G.P., Della Torre C., (2007). Psicologia della salute. Dal modello bio-psico–sociale al modello dialogico. Armando Editore, Roma