It starts with uncertainty

In order to make scientific speculation, first of all, it is necessary to clarify how reality is conceived (level of realism) and through which logical reasoning (cognitive paradigm) it is argued (Turchi G.P., 2014). Throughout the history of science we can recognize a progressive shift from a maximum degree of common sense to an ever-increasing degree of scientific sense, thanks to the gradual reduction of misunderstanding among scientists (Turchi G.P., 2014). If, in fact, 60-80000 years ago with the birth of language, words were used to give the name to the perceptual sense and this was very personal and not usable to produce universally recognized science, today words can be used in a more sharable way. This is the result of a process of refinement of language that began about 8-10000 years ago when was born the concept that reality was generated by divinities. This, in fact, gave rise to the religious language (spiritualistic paradigms), which corresponded to a specific way of expressing oneself with a specific type of affirmation. If someone speaks with God he/she uses a language different from the one used between humans (Turchi G.P., (2016).
The real birth of scientific meaning, however, occurred with the Copernican Revolution, when, in 1548, it was asserted that in order to produce science it was necessary to explicit the operational model adopted. In practice it became necessary to enunciate according to which conception of reality  knowledge was produced, otherwise, the argument couldn't be rigorous.
The first conception of scientific reality is the Galilean one, which places reality at a "monist" level of realism. This level of realism recognizes reality in visible perceptual data and defines it ontologically according to a reasoning linked to the law of cause-effect. This type of scientific speculation concerns only physical phenomena, denying scientific speculation on objects of investigation that are not perceptible.
A first answer to the need to investigate these topics was given in 1905, the year in which the level of "hypothetical" realism was born with Einstein's "theory of relativity". In this conception, reality is defined as an entity external to the observer, unknowable (Kantian Noumen and phenomenon) and relative to the observer himself. This implies that objects can be defined differently from different points of view, thus, as many points of view exists, as much theories will be produced. In psychology this is reflected in the thousand theories that arise from a single word conceived in a different way (Turchi G.P., 2016).
The second way to analyze non-physical phenomena originates from Heisenberg's principle of indeterminacy (1927). The quantum physicist says that: "we cannot simultaneously determine the measurement of pairs of variables of a particle: the more exactly we determine the position of a corpuscle, the more approximate will be the achievable precision of its momentum, because in the meantime reality has already changed". The principle, if it is applied also out of physics, determines an epochal turning point in the field of knowledge. The reality, defined as uncertain because it is continually subject to "interaction" as a process of change, cannot be defined any more. This is because it continues to change and neither the laws of cause-effect nor static relativistic theories can follow the rhythm of unpredictable changes. The only way to study reality (both physical and not) is to study the moment when two entities interact and generate together a new order. At that moment what is observed can be described, producing a possible prediction of the process and outcome of similar interactions in the future (Heisenberg, 1927).

Bringing everything back to education, as the field of investigation of this site, it is excluded the adoption of monist realism, since education is not a physical unit to investigate. Instead, are evaluated the other two alternatives of producing science. While the idea of adopting a relativistic theory is the most common in education, Bablog's theory chooses to adopt an interactionalist perspective. This is because giving a single meaning to a concept and transposing it on all the subjects of investigation, would considerably limit the investigation. Indeed, choosing just one perspective would not consider the other possible and existing meanings of that concept. The indeterminateness adopted as a principle, otherwise, allows to contemplate all aspects of any phenomenon at the same time, investigating each time the new interactions and their processes. This makes it possible to promote a dissertation on a higher scientific level.

In the practice of research, words will be studied as the unique and universal way of expression of man. In this perspective even ordinary language (logos) is considered uncertain because each word has as many meanings as its uses: e.g. "love" has a different meaning for each person (Turchi, 2014). "Words, in fact, can either be used or their meaning known, because in the meantime reality has already changed" (Turchi, 2014). Not dealing with the meaning of words, will be investigated the ways of speaking, as ways of defining of one person, living free and promoting health. What will always be remembered is uncertainty: the scientific dissertation affirms, studies, but reality continues to changes in unpredictable ways.


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Si parte dall'incertezza

Per poter fare speculazione scientifica, è necessario innanzitutto chiarificare come si concepisce la realtà (livello di realismo) e attraverso che ragionamento logico (paradigma conoscitivo) si argomenta (Turchi G.P., 2014). Lungo la storia della scienza si può riconoscere un progressivo passaggio da un grado di senso comune massimo a un grado di senso scientifico sempre crescente, grazie alla graduale riduzione del fraintendimento tra scienziati (Turchi G.P., 2014). Se infatti 60-80000 anni fa con la nascita del linguaggio la parola serviva a dare il nome al percetto e ciò era molto personale e non utilizzabile per produrre scienza riconosciuta universalmente, oggi le parole possono essere usate in modo più condivisibile. Ciò è l'esito di un processo di raffinamento del linguaggio cominciato circa 8-10000 anni fa quando nacque la concezione che la realtà fosse generata dalle divinità. Da ciò, infatti, ebbe origine il linguaggio religioso (paradigmi spiritualistici), il quale ad un specifico modo di esprimersi fece corrispondere uno specifico tipo di affermazione: se si parla con Dio si usa un linguaggio diverso da quello che si usa con gli umani (Turchi G.P., (2016)
La vera nascita del senso scientifico, però, avviene con la Rivoluzione Copernicana, quando, nel 1548 viene asserito che per produrre scienza serve esplicitare il modello operativo adottato. In pratica serve enunciare secondo che concezione della realtà si produce conoscenza, altrimenti l'argomentazione non può essere rigorosa. 
La prima concezione della realtà scientifica di cui si ha conoscenza è quella galileiana, la quale pone la realtà ad un livello di realismo “monista”. Tale livello di realismo riconosce la realtà nei dati percettivi visibili e la definisce ontologicamente secondo un ragionamento legato alla legge di causa-effetto. Questo tipo di speculazione scientifica riguarda solo i fenomeni fisici, rinnegando la speculazione scientifica su oggetti d’indagine non percettibili.
Una prima risposta alla necessità di indagare questi processi, si ha nel 1905, anno in cui nasce il livello di realismo “ipotetico” con la “teoria della relatività” di Einstein. La realtà viene definita come entità esterna all’osservatore, inconoscibile (noumeno e fenomeno kantiano) e relativa rispetto all’osservatore stesso, ovvero definita in base ai diversi punti di vista. Ciò implica un modo di conoscere che contempla infinite teorie, poiché esistono infiniti punti di vista. In psicologia ciò si riflette nelle mille teorie che nascono da una sola parola concepita in maniera diversa (Turchi G.P., 2016)
La seconda via per analizzare anche i fenomeni non fisici ha origine dal principio di indeterminatezza di Heisenberg (1927). Il fisico quantistico dice che: “non possiamo determinare simultaneamente la misura di coppie di variabili di una particella: quanto più esattamente determiniamo la posizione di un corpuscolo, tanto più approssimativa sarà la precisione raggiungibile della sua quantità di moto, perché nel frattempo la realtà è già cambiata”. Il principio, se applicato anche fuori dalla fisica,   determina una svolta epocale nel campo della conoscenza. La realtà, definita incerta perché soggetta continuamente all’“interazione” quale processo di cambiamento, determina il fatto che essa non possa essere definità. Infatti continua a cambiare e né le leggi di causa-effetto, né teorie relativistiche statiche possono seguire il ritmo di un cambiamento imprevedibile. L'unica via per studiare la realtà (di qualsiasi tipo essa sia) è studiare il momento in cui due entità interagiscono e insieme generano un assetto nuovo. In quel momento può essere descritto ciò che si sta studiando, producendo una possibile previsione del processo e dell'esito di interazioni simili (Heisenberg, 1927).

Riportando tutto all'educazione, quale campo d'indagine di questo sito, si esclude l'adozione della realtà monista, poiché non si ha un'unità fisica da indagare, si valutano invece le due alternative successive. Mentre l'idea di adottare una teoria relativistica è la più comune in educazione, si sceglie di adottare una prospettiva interazionistica. Questo perché dare un unico significato ad un concetto e trasporlo su tutti gli argomenti d'indagine, limiterebbe notevolmente l'indagine, perché non considererebbe gli altri possibili ed esistenti significati di quel concetto. L'indeterminatezza adottata come principio, diversamente, permette di contemplare contemporaneamente tutti gli aspetti di un qualsiasi fenomeno, indagando ogni volta le nuove interazioni e i loro processi. Ciò consente di promuovere una dissertazione di più alto livello scientifico.


 










Nella pratica delle indagini saranno studiate le parole, quali via di espressione unica e universale dell'uomo. In questa prospettiva anche il linguaggio ordinario (logos) è considerato incerto, perché ad ogni parola corrispondono tanti significati quanti i suoi usi: es. "amore" ha un significato diverso per ogni persona (Turchi, 2014). “Delle parole, infatti, si può o farne uso o conoscerne il significato, perché nel frattempo la realtà è già cambiata” (Turchi, 2014). Non trattando del significato delle parole, saranno studiati i modi di parlare, quali vie per definire sé stessi, vivere liberi e promuovere la propria salute. Ciò che sarà sempre da ricordare è l'incertezza: la dissertazione scientifica asserisce, studia, ma la realtà nel mentre cambia.


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BIBLIOGRAPHY
Turchi G.P., (2009). Dati senza numeri: per una metodologia dell’analisi dei dati informatizzati testuali MADIT. Monduzzi Editore, Bologna
Turchi G.P., (2016). Manuale critico di Psicologia Clinica. Prolegomeni allo studio della Psicologia Clinica per la Salute. Lezioni di e su la Psicologia Clinica per la Salute. EdiSES, Napoli
Turchi G.P., Vendramini A., (2016). De Rerum Salute. Teoria e prassi per un’architettura dei servizi generativa di salute. EdiSES, Napoli
Turchi G.P., Perno A., (2009). Modello medico e psicopatologia come interrogativo. UPSEL Domeneghini Editore, Padova
Turchi G.P., Della Torre C., (2007). Psicologia della salute. Dal modello bio-psico–sociale al modello dialogico. Armando Editore, Roma