Teaching? Piece of cake!
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Insegnare? Un gioco da ragazzi
Questo articolo propone un metodo pedagogico che educa i bambini alla libertà, integrabile col metodo dialogico precedentemente proposto. Esso basa sul concetto che i bambini creano la loro conoscenza attraverso il gioco (Duckworth, 2006; Edwards et al., 1998). Pertanto, vengono proposte pratiche educative per promuovere il giocare.
BAMBINI DAI CENTO GIOCHI
Come Montessori (1949) e Malaguzzi (1998), questo metodo sostiene che i bambini hanno personalità: "cento linguaggi", interessi, modi di esprimersi.
La loro personalità cresce nell'interazione con la comunità, lo spazio e i materiali. Se esposti a stimoli sufficienti, i bambini hanno il potere di insegnare a se stessi: organizzare competenze e conoscenze con fluidità ed efficacia (Edwards et al., 1998; Gandini, 2003; Heiland, 1993; Montessori, 1949; Westbrook, 1993). Il "gioco" è questa interazione spontanea e goduta che emerge dall'immaginazione interna e dalle caratteristiche esterne (Smith, 2010; Smith & Roopnarine, 2019; Sutton-Smith, 2008). Riassumendo, questa proposta sostiene che i bambini possiedono cento giochi per esprimere e sviluppare se stessi.
LA PEDAGOGIA DELLA LIBERTÀ
Una riflessione sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (Nazioni Unite, 1948) e sulla Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo (Nazioni Unite, 1989) ha indirizzato gli obiettivi morali di questa proposta: libertà e democrazia. La libertà consiste nell'educare i bambini alla libera scelta; la democrazia si basa sull'uguaglianza e la pace nalla comunità (Bluestein, 1990; Duckworth, 2006; Howlett, 2008; Moss, 2016; Westbrook, 1993).
Per raggiungere queste intenzioni, questa proposta incoraggia l'auto-realizzazione dei bambini e il processo decisionale. Incita i bambini a seguire i propri interessi, a scegliere liberamente per se stessi e, in seguito, a sviluppare talenti per raggiungere i loro obiettivi. Sia gli individui che le comunità possono trarre vantaggio dai nuovi talenti (Moss, 2016; Westbrook, 1993).
Poiché tutti sono ugualmente importanti, le scuole incitano i bambini a negoziare le idee, a cooperare e ad assumersi responsabilità nel gruppo. Questo educherà i bambini a vivere insieme in pace (Bluestein, 1990; Folque & Siraj-Blatchford, 2003; Folque & Siraj-Blatchford, 2011; Helm & Katz, 1996; Moss, 2016; Shawket, 2016).
METODI E STRATEGIE DI INSEGNAMENTO
Questa proposta offre pratiche incentrate sui bambini, che li incentivano ad esplorare i loro interessi - a godersi il processo -, a prendere iniziative e a costruire competenze attraverso il gioco.
Spazio e materiali
Gli insegnanti devono osservare gli interessi dei bambini e da loro organizzare i materiali, lo spazio e le caratteristiche estetiche per suscitare nei bambini la motivazione a giocare. Tutte queste azioni dovrebbero essere sviluppate in modo specifico per educare il bambino a livello globale (Edwards et al., 1998; Heiland, 1993; Montessori, 1949; Provenzo, 2009; Shawket, 2016; Westbrook, 1993). Pertanto, gli osservatori potrebbero utilizzare strumenti di valutazione dello sviluppo come il Child Observation Record from Modern School (Holt, 2010). Anche lo M.A.D.I.T. per l'analisi della narrazione può essere molto utile (Turchi, 2009). Tuttavia, questi strumenti non dovrebbero indurre all'adulterazione: l'imposizione di desideri, intenzioni e ansie adulte che rovinano il gioco dei bambini (Russell, 2018).
I materiali provocatori evocano la sensibilità e la meraviglia dei bambini, mentre offrono un'ampia gamma di attività. I materiali che lo forniscono sono materiali di recupero, elementi naturali e oggetti reali con una grande varietà di forme e consistenze (Edwards et al., 1998; Holt, 2010; Lillard, 2012; Moss, 2016; Patte & Brown, 2011). Quando i bambini hanno bisogno di una guida per giocare, anche i giocattoli strutturati Montessoriani possono aiutare (Lillard, 2012). Infine, i materiali dovrebbero continuare a variare per mantenere i bambini meravigliati.
L'ambiente scolastico provoca quando fornisce spunti che innescano la riflessione interna e la libertà di movimento (Sturrock & Else, 1998). Ciò avviene in spazi accessibili, a misura di bambino (Holt, 2010; Montessori, 1949); avventurosi (Russell, 2018); e dominabili (Edwards et al., 1998). Queste caratteristiche diventano reali quando si integrano gli atelier reggiani con i parchi giochi avventurosi. L'atelier permette anche di personalizzare lo spazio e quindi di sentire il senso di comunità (Edwards et al., 1998; Helm & Katz, 1996).
Routine e attività
Questa proposta sostiene routine strutturate perché permettono ai bambini di organizzarsi e di scegliere le attività a cui vogliono partecipare; mentre ciò avviene, sviluppano capacità decisionali (Westbrook, 1993). Le attività non vengono scelte dagli adulti, ma discusse e poi verificate con i bambini come l'approccio della scuola moderna. Questo veicola la negoziazione sociale, il senso di appartenenza e, alla fine, la meta-cognizione. In tale processo, i bambini imparano ad imparare (Folque & Siraj-Blatchford, 2003; Folque & Siraj-Blatchford, 2011).
Ruolo dell'insegnante
Gli insegnanti fanno di più che preparare lo spazio e i materiali: sono agenti sociali che influenzano i bambini mentre giocano. Questa influenza può essere utilizzata per accompagnare i bambini verso nuove esperienze di gioco. L'obiettivo è favorire la costruzione di competenze, non imporre le istruzioni degli insegnanti. Così facendo, gli insegnanti diventano co-protagonisti, che si uniscono al gioco dei bambini, apprezzano le loro curiosità e imparano con loro (Cook, 2006; Edwards et al., 1998; Westbrook, 1993).
Mentre interagiscono, gli insegnanti assumono anche il ruolo di sostenitori. Aiutano i bambini quando gli viene chiesto (Edwards et al., 1998; Holt, 2010) e inoltre offrono le loro competenze e conoscenze. In questo senso, gli insegnanti diventano enciclopedie viventi, che i bambini possono consultare per acquisire nozioni o abilità per il loro gioco (Folque & Siraj-Blatchford, 2003; Folque & Siraj-Blatchford, 2011; Helm & Katz, 1996).
Infine, il ruolo degli insegnanti promuove la democrazia, in quanto favorisce l'interazione e la condivisione tra pari, la risoluzione dei conflitti e il coinvolgimento dei genitori (Edwards et al., 1998; Folque & Siraj-Blatchford, 2003; Folque & Siraj-Blatchford, 2011; Helm & Katz, 1996; Holt, 2010; Sutton-Smith, 2008).
Conclusioni
La proposta si ispira all'approccio di Reggio Emilia promuovendo i valori di libertà e democrazia di Dewey. Crede che i bambini costruiscano il loro sapere semplicemente giocando. Per questo, le pratiche sono incentrate sul bambino e le scuole stimolano il gioco con lo spazio, i materiali e i ruoli. Se le società riconosceranno mai il potere e la dignità dei bambini, questo e altri metodi, recenti o meno, cambieranno le nuove generazioni.
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REFERENCES
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