Educate yourself
The emotional burnout, professional deformation and the decrease of professional stability level are important issues for workers in the field of care and education (Beregovaya et al., 2017). This topic interested also the European Union, which wants to contain the psychosocial risk of these workers (Pedrazza, 2018). Anxiety, depression or
shame, often go unrecognized in healthcare providers, and they can affect their users (Irvine, 2017). In the following paragraph will be analysed why educators and care-providers are a risk population through the theory of the blog. Later will be pointed out how the burnout can be prevented through continuous training.
The work of educators is to interact with the others in order to help them to achieve the skills for freedom and health. They have constantly to "play a role" of care, compassion, competence, communication, courage and commitment (Bagley, Abubaker, & Sawyerr, 2018). Changing the personal behaviour for the others, impacts on the personality of these care/education workers. The self-image, indeed, is made of all the narrations about it (Turchi, 2014; 2016; 2017) and it changes also when a person "plays a role". Attachment relationships, thus, impact on interpersonal processes: social skills and self image (Pedrazza, 2018). This is why educating
is considered an "intensely emotional work” (Crawforda et al., 2018) and workers can react to it with emotional
exhaustion and depersonalization. This is the outcome of constantly personally helping the patients (Bagley, Abubaker, & Sawyerr, 2018). In order to prevent the burnout, previous studies pointed out two factors to work on: personal and contextual characteristics (Bítran, 2019).
Since the narration changes, the work on a personal plan can be directing the narration towards integrity. The more the personal narration is coherent with the professional narration, the less will be the narration breaks. When personal values are meet at work (Pedrazza, 2018),
social educators feel more their professional mission and their motivation increases (Beregovaya et al., 2017). Integrity is a protection factor from burnout, which can be empowered through continuous formation and efforts towards applying the knowledge in practice. The more knowledge a person possesses, but mainly the more a person educates themselves to put this knowledge in action, the more an educator feels self-confidence, self-leadership and self-acceptance (Sharay, 2019). Put in practice new enthralling skills, increase the feeling of competence, motivation and recognition of personal skills, which are at the base of job-satisfaction
(Pedrazza, 2018).
The attitude of self-education can be summed up in trying to be an example of life. It does not just prevent burnout, but also benefits both the educator and the patients. Considering that the educators are educating themselves, they are also acquiring positive and coping skills for life: see the possibility of development in any situation and less fear of failure (Crawforda et al., 2018). The increase of self-narration coherence is also useful for the users of educators. Indeed, it becomes possible for them to see concretely the possibility of the development suggested. They will have a concrete example of a powerful and resilient narration and attitude towards life.
Working to be an example should not only be considered a way to prevent burnout, but a compulsory way of working. Taking into account the principle of uncertainty, indeed, it would be senseless to work in the same way for years and not have any continuous training. A concrete example of this is how the school population is changing its demands every year. Modern children are surrounded by technology, they develop fast, and so they ask always more and more from their teachers (Crawforda et al., 2018). Educational methods are also changing and there is no space for "acindental councelor" (Crawforda et al., 2018). Educators themselves change along life: motivation, mission and passions change.
In conclusion, the only way to meet internal and external demands in education is to keep training. Both individuals attitude and working-environments settings can help to empower these professionals (Bítran, 2019).
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Educarsi
Il burnout emotivo, la deformazione professionale e la diminuzione del livello di stabilità professionale sono questioni importanti per i lavoratori nel campo dell'assistenza e dell'educazione (Beregovaya et al., 2017). Questo tema ha interessato anche l'Unione Europea, che vuole contenere il rischio psicosociale di questi lavoratori (Pedrazza, 2018). L'ansia, la depressione o la vergogna, spesso passano inosservate negli operatori sanitari, e possono colpire i loro utenti (Irvine, 2017). Nel paragrafo seguente si analizzerà il motivo per cui gli educatori e gli operatori sanitari sono una popolazione a rischio attraverso la teoria del blog. Più avanti verrà evidenziato come si possa prevenire il burnout attraverso la formazione continua.
Il lavoro degli educatori è quello di interagire con gli altri per aiutarli a raggiungere le competenze per la libertà e la salute. Devono costantemente "giocare un ruolo" di cura, compassione, competenza, comunicazione, coraggio e impegno (Bagley, Abubaker, & Sawyerr, 2018). Il cambiamento del comportamento personale per gli altri, però, ha un impatto sulla personalità di questi operatori della cura/educazione. L'immagine di sé, infatti, è fatta di tutte le narrazioni che la riguardano (Turchi, 2014; 2016; 2017) e cambia anche quando una persona "gioca un ruolo". Le relazioni di attaccamento incidono sui processi interpersonali: abilità sociali e immagine di sé (Pedrazza, 2018). Per questo motivo l'educazione è considerata un "lavoro intensamente emotivo" (Crawforda et al., 2018) e i lavoratori possono reagire ad essa con esaurimento emotivo e spersonalizzazione. Questo è il risultato di un costante adattamento della propria persona ai bisogni dei pazienti (Bagley, Abubaker, & Sawyerr, 2018). Per prevenire il burnout, studi precedenti hanno evidenziato due fattori su cui lavorare: caratteristiche personali e contestuali (Bítran, 2019).
Poiché la narrazione cambia, il lavoro su un piano personale può orientare la narrazione verso l'integrità. Più la narrazione personale è coerente con la narrazione professionale, meno saranno le interruzioni della narrazione. Quando i valori personali si rispecchiano nel lavoro (Pedrazza, 2018), gli educatori sociali sentono più la loro missione professionale e la loro motivazione aumenta (Beregovaya et al., 2017). L'integrità è un fattore di protezione dal burnout, che può essere potenziato attraverso la formazione continua e gli sforzi per applicare le conoscenze nella pratica. Più una persona possiede conoscenze, ma soprattutto più una persona si educa a metterle in pratica, più l'educatore si sente sicuro di sé, guida e accetta se stesso (Sharay, 2019). Mettere in pratica nuove capacità aumenta il sentimento di competenza, la motivazione e il riconoscimento delle capacità personali, che sono alla base della soddisfazione nel lavoro (Pedrazza, 2018).
L'atteggiamento di autoformazione può essere riassunto nel tentativo di essere un esempio di vita. Ciò non solo previene il burnout, ma va a beneficio sia dell'educatore che dei pazienti. Considerando che gli educatori stanno educando se stessi, stanno anche acquisendo capacità positive e di gestione della vita: vedere possibilità di sviluppo in qualsiasi situazione e ridurre la paura di fallire (Crawforda et al., 2018). L'aumento della coerenza della narrazione di sé è utile anche per gli utenti degli educatori. Infatti, diventa possibile per loro vedere concretamente la possibilità di sviluppo suggerita. Essi avranno un esempio concreto di una narrazione e di un atteggiamento potente e resistente nei confronti della vita.
Lavorare per essere un esempio non deve essere considerato solo un modo per prevenire il burnout, ma un modo di lavorare obbligatorio. Tenendo conto del principio dell'incertezza, infatti, sarebbe insensato lavorare allo stesso modo per anni e non avere una formazione continua. Un esempio concreto di questo è il modo in cui la popolazione scolastica cambia ogni anno le sue esigenze. I bambini moderni sono circondati dalla tecnologia, si sviluppano velocemente, e quindi chiedono sempre di più ai loro insegnanti (Crawforda et al., 2018). Anche i metodi educativi stanno cambiando e non c'è spazio per "consiglieri acindentali" (Crawforda et al., 2018). Gli stessi educatori cambiano lungo la vita: cambiano le motivazioni, la missione e le passioni.
In conclusione, l'unico modo per soddisfare le esigenze interne ed esterne dell'educazione è continuare a formarsi. In ciò, sia l'atteggiamento individuale che gli ambienti di lavoro possono aiutare (Bítran, 2019).
Il lavoro degli educatori è quello di interagire con gli altri per aiutarli a raggiungere le competenze per la libertà e la salute. Devono costantemente "giocare un ruolo" di cura, compassione, competenza, comunicazione, coraggio e impegno (Bagley, Abubaker, & Sawyerr, 2018). Il cambiamento del comportamento personale per gli altri, però, ha un impatto sulla personalità di questi operatori della cura/educazione. L'immagine di sé, infatti, è fatta di tutte le narrazioni che la riguardano (Turchi, 2014; 2016; 2017) e cambia anche quando una persona "gioca un ruolo". Le relazioni di attaccamento incidono sui processi interpersonali: abilità sociali e immagine di sé (Pedrazza, 2018). Per questo motivo l'educazione è considerata un "lavoro intensamente emotivo" (Crawforda et al., 2018) e i lavoratori possono reagire ad essa con esaurimento emotivo e spersonalizzazione. Questo è il risultato di un costante adattamento della propria persona ai bisogni dei pazienti (Bagley, Abubaker, & Sawyerr, 2018). Per prevenire il burnout, studi precedenti hanno evidenziato due fattori su cui lavorare: caratteristiche personali e contestuali (Bítran, 2019).
Poiché la narrazione cambia, il lavoro su un piano personale può orientare la narrazione verso l'integrità. Più la narrazione personale è coerente con la narrazione professionale, meno saranno le interruzioni della narrazione. Quando i valori personali si rispecchiano nel lavoro (Pedrazza, 2018), gli educatori sociali sentono più la loro missione professionale e la loro motivazione aumenta (Beregovaya et al., 2017). L'integrità è un fattore di protezione dal burnout, che può essere potenziato attraverso la formazione continua e gli sforzi per applicare le conoscenze nella pratica. Più una persona possiede conoscenze, ma soprattutto più una persona si educa a metterle in pratica, più l'educatore si sente sicuro di sé, guida e accetta se stesso (Sharay, 2019). Mettere in pratica nuove capacità aumenta il sentimento di competenza, la motivazione e il riconoscimento delle capacità personali, che sono alla base della soddisfazione nel lavoro (Pedrazza, 2018).
L'atteggiamento di autoformazione può essere riassunto nel tentativo di essere un esempio di vita. Ciò non solo previene il burnout, ma va a beneficio sia dell'educatore che dei pazienti. Considerando che gli educatori stanno educando se stessi, stanno anche acquisendo capacità positive e di gestione della vita: vedere possibilità di sviluppo in qualsiasi situazione e ridurre la paura di fallire (Crawforda et al., 2018). L'aumento della coerenza della narrazione di sé è utile anche per gli utenti degli educatori. Infatti, diventa possibile per loro vedere concretamente la possibilità di sviluppo suggerita. Essi avranno un esempio concreto di una narrazione e di un atteggiamento potente e resistente nei confronti della vita.
Lavorare per essere un esempio non deve essere considerato solo un modo per prevenire il burnout, ma un modo di lavorare obbligatorio. Tenendo conto del principio dell'incertezza, infatti, sarebbe insensato lavorare allo stesso modo per anni e non avere una formazione continua. Un esempio concreto di questo è il modo in cui la popolazione scolastica cambia ogni anno le sue esigenze. I bambini moderni sono circondati dalla tecnologia, si sviluppano velocemente, e quindi chiedono sempre di più ai loro insegnanti (Crawforda et al., 2018). Anche i metodi educativi stanno cambiando e non c'è spazio per "consiglieri acindentali" (Crawforda et al., 2018). Gli stessi educatori cambiano lungo la vita: cambiano le motivazioni, la missione e le passioni.
In conclusione, l'unico modo per soddisfare le esigenze interne ed esterne dell'educazione è continuare a formarsi. In ciò, sia l'atteggiamento individuale che gli ambienti di lavoro possono aiutare (Bítran, 2019).
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REFERENCES
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Beregovaya E. B., Sorokoumova E. A., Komarova N. M., Kryukova N. I., Spirina E. V., Stepanova G. A., Lisitzina T. B., (2017). Structure and Content of Future Social Workers’ Training: Experience, Problems and Prospects. Eurasian Journal of Analytical Chemistry, vol. 12(7b):1291-1302. https://doi.org/10.12973/ejac.2017.00255a
Bitran M., Zúñiga D., Pedrals N.,Echeverría G., Vergara C., Rigotti A., Puschel K., (2019). Burnout en la formación de profesionales de la salud en Chile:
Factores de protección y riesgo, y propuestas de abordaje desde la perspectiva de los educadores. Rev Med Chile 2019; 147: 510-517
Crawforda N., Oldsb A., Lisciandrob J., Jaceglavb M., Westacott M., & Osenieks L., (2018). Emotional labour demands in enabling education: A qualitative exploration of the unique challenges and protective factors. Student Success, vol. 9, Issue 1, pp. 23-33. https://doi.org/10.5204/ssj.v9i1.430
Irvine U., (2017). Educator Toolkits on Second Victim Syndrome, Mindfulness and Meditation, and Positive. Psychology: The 2017 Resident Wellness Consensus Summit. Western Journal of Emergency Medicine: Integrating Emergency Care with Population Health, 19(2). https://doi.org/10.5811/cpcem.2017.11.36179
Pedrazza M., Berlanda S., De Cordova F., & Fraizzoli M., (2018). The Changing Educators’ Work Environment in Contemporary Society. Frontiers in Psychology, vol. 9. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2018.02186
Sharay T. P., (2019). Peculiarities of Educators’ Emotional Burnout in Preschool Educational Institutions Depending on the Length of Professional Experience.
Proceedings IFTE-2019, 1181-1189. https://doi.org/10.3897/ap.1.e1122
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Turchi G.P., (2014). Dati senza numeri: per una metodologia dell’analisi dei dati informatizzati testuali MADIT. Monduzzi Editore, Bologna
Turchi G.P., Vendramini A., (2016). De Rerum Salute. Teoria e prassi per un’architettura dei servizi generativa di salute. EdiSES, Napoli.
Turchi G.P., Della Torre C., (2007). Psicologia della salute. Dal modello bio-psico–sociale al modello dialogico. Armando Editore, Roma
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